La sindrome psiconeoplastica

Abbiamo visto come Il cancro costituisca un avvenimento di estrema significatività nella vita di una persona e le reazioni a questo evento possono essere considerate risposte di fronte allo sgomento che la diagnosi di una tale malattia provoca nel paziente. In effetti la reazione all’annuncio che è affetto da cancro (specie se maligno) ha per lui tutte le caratteristiche di quello che viene definito uno shock da trauma e da ovviamente, luogo a un complesso di reazioni. Più che una reazione alla diagnosi potremmo parlare di un processo reattivo, ( il passaggio “dall’essere sani all’essere malati”).ad una situazione caratterizzata da incertezza e minaccia di morte. Si tratta di un processo con elevati costi psicologici in cui si cerca di affrontare la realtà dolorosa con la minore sofferenza possibile. In questa prima fase di shock si produce una frattura nel senso di continuità dell’esperienza del sé. Il vissuto delle persone affette da tumore, anche se a diversi livelli di consapevolezza, implica infatti tipiche reazioni emotive. Tali reazioni emotive alla diagnosi di cancro si configurano sempre più come una alterazione psicopatologica tipica., come una vera e propria sindrome definita “Sindrome psiconeoplastica”.

La “sindrome psiconeoplastica” (Guarino, 1994) si presenta con tutta la sua specificità subito dopo la diagnosi di cancro e riguarda tutto il ciclo della malattia, si tratta di un processo formato da un insieme di dinamiche psicologiche profonde in cui si cerca di affrontare la realtà con la minore sofferenza possibile e anche se la sua morbilità dipende da vari fattori più avanti meglio specificati si presenta sempre con dei sintomi psicopatologici pressoché costanti che provocano:

  • Precipitoso senso di immanenza della morte
  • Caduta della propria immagine
  • Spiacevole alterazione del vissuto corporeo
  • Angoscia di disgregazione
  • Modificazioni imposte dello stile di vita
  • Perdita del ruolo familiare
  • Riduzione delle capacità lavorative
  • Dubbi sulla capacità di mantenere un ruolo attivo nei legami affettivi e sessuali
  • Senso di perdita del gruppo di appartenenza sociale
  • Senso di frustrazione e depressione più o meno profonda per il senso di perdita
  • Ostilità e aggressività verso l’ ambiente circostante
  • Senso di colpa, di invidia, di ingiustizia
  • Senso di ineluttabilità della malattia, senso di impotenza
  • Uso massiccio dei meccanismi di difesa quali negazione e rimozione
  • È comunque necessario ribadire che ansia, depressione, e rabbia possono essere considerate normali risposte adattive all’esperienza che il paziente sta vivendo. La presenza di queste emozioni. in maniera delle volte massiccia, non va vista necessariamente come la presenza di disturbi o espressione di una malattia. Importante è quindi sapere che un certo livello di ansia e depressione è inevitabile.Secondo Bolund (1990) inoltre, dopo questa prima fase di shock segue la fase di reazione in cui la realtà si impone attraverso le procedure mediche. È possibile quindi che il paziente al fine di contenere l’ angoscia, la rabbia, la disperazione, l’amarezza, metta in atto meccanismi di difesa che in altri contesti sarebbero indici di struttura nevrotica o psicotica ma che se utilizzati invece in maniera transitoria gli permettano di affrontare la dolorosa realtà e di entrare in quella fase successivi dell’ elaborazione in cui si viene a trovare di fronte ad una situazione di vita obiettivamente cambiata. il paziente cerca in questa fase un senso a ciò che gli e accaduto e perché sia successo proprio a lui. È un momento di riflessione che coinvolge le scelte passate, i propositi, i desideri mai realizzati.

    L’insorgenza della sindrome neoplastica è determinata da un insieme di fattori che dipendono:

  • 1.Dalla struttura di personalità del soggetto;

    Essendo la malattia un processo che richiede alla persona di adattarsi a cambiamenti fisici, relazionali ed esistenziali. individui con modalità flessibile di adattamento affrontano meglio la malattia a differenza dei pazienti con modalità comportamentali rigide di relazionarsi con la realtà che possono portare complicanze psicologiche.
  • 2.Dalle caratteristiche specifiche della malattia oncologica;

    È evidente che il grado di aggressività del processo neoplastico, l’ampiezza e la localizzazione delle eventuali mutilazioni chirurgiche, la presenza e l’entità del dolore, rivestono un’importanza nell’ impatto psicologico della malattia
  • 3.Dalle caratteristiche specifiche dell’ambiente sociale,

    affettivo, familiare con cui il paziente si relaziona; un clima familiare accogliente e capace di contenimento, la fede in una religione, una situazione affettiva gratificante, il livello culturale, il periodo del ciclo vitale in cui si trova il paziente, la presenza di obbiettivi evolutivi sono tutti fattori che influenzano lo stato emotivo e la reazione all’ evento canceroso.(Cazzullo, 1991)